Oggigiorno, quasi tutte le donne seguono il rituale lungo e a volte doloroso, di depilare gran parte del loro corpo.
Per alcune si tratta di una vera e propria ossessione: appena si vede spuntare un piccolo peletto…ZAC subito lo si deve far fuori a suon di rasoio, ceretta, o epilatore elettrico e luce pulsata.
Ma perché le donne si depilano?
Bisogna fare qualche passo indietro e ritornare al 1920, quando, come riportato dal settimanale Vox, venne pubblicata la notizia che un donna in Kansas aveva osato depilarsi (cosa che all’epoca era raro sentire).
Prima della prima guerra mondiale, praticamente nessuna donna in Occidente aveva mai rasato le gambe. Eppure nel 1964, il 98% di loro sotto i 44 anni lo faceva. Che cosa è successo nel frattempo?
Semplice! Vi è stato l’avvento della pubblicità e delle donne-copertina perfettamente “lisce”!
Christina Hope ha studiato l’evoluzione del fenomeno e ha raccolto i dati nel suo libro pubblicato per la prima volta nel 1982 intitolato “Caucasian Female Body Hair and American Culture” (i peli delle donne Caucasiche e la cultura Americana).
Attraverso l’osservazione di numerosi annunci pubblicitari presenti sulle riviste come Harper Bazaar e McCall, Christina Hope ha individuato come le donne sono state progressivamente intimorite alla vista di queste donne depilate e quindi quasi “costrette” a radersi per via delle incessanti campagne pubblicitarie.
Alla fine del secolo, le donne – e gli uomini, presumibilmente – non interessava molto radersi dal momento che anche il loro abbigliamento composto essenzialmente da maglie, pantaloni e gonne lunghe, nascondevano gran parte del loro corpo.
Secondo Hope, le cose cominciarono a cambiare dopo il 1915: con l’avvento delle maniche trasparenti e abiti in stile greco-romano, pubblicizzati da Harper Bazaar, iniziarono ad essere presi di mira prima i peli sotto le ascelle, informando quindi le donne americane dell’esistenza di questo problema che avevano, ma che non sapevo della sua esistenza fino ad allora.
“La Donna per essere alla Moda deve avere le ascelle lisce come il volto”, si legge in un articolo. “Abito estivo e Danza moderna si combinano per rendere necessaria la rimozione dei peli”, si legge su un altro.
Anche gli scrittori iniziano a decantare la bellezza femminile di una donna perfettamente rasata. Ciò ha dato il via a nuovi blocchi mentali da parte della donna, ma a un nuovo sfruttamento di essa da parte degli inserzionisti!
Da quando esplose la moda degli orli rosa e delle calze velate nel 1920, l’industria della bellezza mise gli occhi sulle gambe delle signore. Il movimento anti-peluria della gamba si insinuò sulle donne in maniera costante, ma la battaglia contro i peli del corpo pre-pubertà era già stata ampiamente vinta.
Annunci spuntano copiosi come “una donna può fare il bagno senza le calze, senza più imbarazzo”. Secondo Hope, dal 1950, la rasatura le gambe era molto in voga, con il 56% di annunci di rimozione dei peli incentrati solo su quella parte del corpo.
Nel 1941, in un annuncio si legge: “Se fossimo decani dell’università femminile, imporremmo un demerito su ogni gamba pelosa presente all’università”. In alcuni casi è proprio vero che la pubblicità è diabolica!
La guerra capitalista ai peli del corpo femminile, dipingendolo come innaturale ed antigienico, ha avuto un successo pauroso.
L’industria della depilazione vale miliardi, il concetto di preparare il corpo al sesso con una bella depilazione è diventato onnipresente.
La “femminilità”, nel senso di donna depilata, comporta ore di preparazione e un sacco di dolore. Si possono usare rasoi, cera, creme depilatorie, le donne sono cresciute col concetto che la pelle deve essere liscia come quella di uno stelo di una foglia, e più è liscia più è seducente.
Una donna che si rasa le gambe può aver fatto notizia nel 1920, ma nel 2016, sono state le donne che non lo hanno fatto che sono finite sotto gli occhi dei riflettori.
La prima ad aver dato il via ad una sorta di movimento contro al depilazione è stata Paloma Goñi una blogger spagnola che ha deciso di divulgare la sua filosofia del non radersi: «Quest’anno, lo sto seriamente mettendo in discussione: dovrei radermi o no? Sono assolutamente consapevole di quel che voglio, se fosse per me, io non lo farei. Ma sta davvero a me deciderlo? Logicamente, io posso fare quel che voglio con il mio corpo […] Eppure.»
La blogger infatti specifica che non è contro la depilazione, ma che ogni donna dovrebbe decidere se farlo o meno anche se così non è in quanto viene “costretta” appunto dai modelli femminili, e dalle pubblicità a radersi, cosa che tra l’altro non è neanche naturale, mentre è naturale che sul corpo crescano peli.
A questa sua “protesta” si sono poi unite tantissime altre donne che hanno addirittura anche iniziato a dipingersi i peli, vi sono anche star di Hollywood che hanno seguito Paloma come: Madonna e Julia Roberts.
Depilazione parti intime
Per quanto riguarda invece la depilazione delle parti intime questa è aumentata di recente (ultimi 20 anni) e si deve probabilmente al boom dell’industria pornografica nei quali si vedevano donne con il pube perfettamente liscio per cui piano piano si iniziava a delineare un nuovo modello da emulare per piacere agli uomini.
In realtà oggi c’è una vera e propria specializzazione nella depilazione della vulva come ad esempio: alla brasiliana, alla moicana, con solo una striscia, a cuore, bikini.
Indubbiamente è bella la sensazione di una gamba liscia, appena depilata, ma uno spunto riflessivo viene da Caitlin Moran, nota giornalista inglese, che una volta affermò: “Ho la sensazione che tutto quando si vuol raggiungere qualcosa che richiede anche dolore e costa un sacco di soldi e “tutti” stanno facendo ecco che i giovani subito devono per forza averlo, ciò che io invece vorrei è che si fermassero a ragionare su se sia davvero ciò che vogliono”.